Più trasparenza e sicurezza per i consumatori: a partire dal 16 e 17 febbraio 2018 si modificano le etichette del riso e della pasta.
A stabilirlo due decreti interministeriali, i quali impongono che sulle confezioni di riso dovranno essere indicati espressamente il paese di coltivazione, il paese di lavorazione e il paese di confezionamento della materia prima. Qualora le tre fasi si svolgano all'interno dello stesso paese, è sufficiente riportare la dicitura “Origine del riso” e aggiungere il nome del paese. Se invece le tre operazioni avvengono in territori diversi, possono essere utilizzate le diciture «UE», «non UE» «UE e non UE».
Le confezioni di pasta di semola di grano duro, invece, dovranno riportare il paese di coltivazione del grano e il paese di molitura. Qualora le tre operazioni avvengano in territori diversi, possono essere utilizzate le diciture «UE», «non UE» «UE e non UE», a meno che la coltivazione del grano duro non sia avvenuta per almeno il 50% in un solo paese: in questo caso, si indica il nome di tale paese e si aggiunge la dicitura «e altri Paesi 'UE'/'non UE'/'UE e non UE'».
In entrambi i casi, precisano i due decreti, le indicazioni sull'origine dovranno apporsi in etichetta «in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili».
Le novità normative costituiscono un ulteriore passo in avanti verso la piena attuazione del Regolamento europeo n. 1169/2011 relativo alla fornitura ai consumatori di informazioni sugli alimenti, in linea con le recenti normative che hanno introdotto l’obbligo di riportare in etichetta la dichiarazione nutrizionale nonché quello di indicare l’origine per il latte e i prodotti lattiero-caseari. Una buona notizia volta a tutelare l'informazione e la salute dei consumatori nonché a valorizzare il lavoro dei produttori e del made in Italy.